In sella
Eccoci arrivati a uno dei punti dolenti per questo tipo di giochi, l’esperienza di guida. Qui solitamente vediamo la nascita di due tipologie di giocatori: chi ha da sempre giocato con i simulatori, e ne ha appreso il tipo di gameplay, e chi guida giornalmente una vera motocicletta, e si aspetta la riproduzione di alcuni comportamenti reali.
Se appartenete al primo gruppo, il gameplay è certamente rispettabile, sulla scia delle migliori simulazioni di guida motociclistica. Se siete centauri, anche se chiaramente alcuni fattori rimangono soggettivi, incontriamo nuovamente le solite debolezze, prima tra tutte la gestione della telecamera in prima persona. Da questo tipo di visuale non appena affronteremo una curva tutta la scena seguirà la piega della moto, come se fosse inquadrata da una videocamera posta sul capolino della motocicletta. Se “visuale in prima persona”, significa vedere il mondo dagli occhi dell’alterego, la vista della realtà in curva seguirà una traiettoria ben diversa: gli occhi saranno puntati sulla curva e la testa sarà certamente meno piegata.
Tuttavia, a parte questa “imprecisione” che si trascina da sempre, il comportamento della moto è convincente. Scordiamoci di fare pieghe al limite e derapare ad ogni curva come solo Valentino sa fare, scodate e incornate sono all’ordine del giorno se chiediamo troppo alla nostra moto.
In generale, la curva di apprendimento è abbastanza lunga, specialmente se non avete mai provato simulazioni di questo genere. Guidare una moto significa saper dosare il gas e affrontare curve e staccate con il giusto anticipo, e riuscirete a farlo solo dopo un po’ d’ore di pratica. Per aiutarvi in questo scopo sono presenti alcuni tutorial che vi verranno proposti all’inizio degli eventi.