Il lancio di SpiralFrog avverrà entro la fine dell'anno per gli Stati Uniti e Canada; nel 2007 sarà il momento del Vecchio Continente, con la Gran Bretagna prime move. Il target di riferimento sarà quello dei giovani fan. "Siamo certi di riuscire ad attirare il pubblico più giovane, grazie a una qualità del servizio nettamente superiore rispetto a quello che offre l'illegalità", ha dichiarato Kent. "La nostra speranza è quella di riuscire a coinvolgere altre major, come ad esempio Sony BMG, EMI e Warner Music, per completare la già ampia offerta di Universal Music", ha confermato Neville Hobson, portavoce di SpiralFrog. I termini delle licenze sottoscritti con l'unità musicale di Vivendi non sono stati resi noti, ma è certo che i profitti pubblicitari verranno condivisi. Sul piatto vi sono – potenzialmente - i diritti di tutte le canzoni che fanno riferimento al mercato nord americano. Giusto per comprendere la portata dell'operazione è sufficiente ricordare che Universal controlla circa il 25% del mercato mondiale musicale.
Gli analisti hanno accolto l'annuncio di SpiralFrog tiepidamente soprattutto a causa della frammentazione del business musicale digitale. "Al momento vi sono pochi provider in grado di soddisfare le richieste di audience della pubblicità, e quindi costruirvi un solido business", ha spiegato Michele Mackenzie, analista di Ovum, società specializzata nel consulting per i settori telecomunicazioni e Internet.
SpiralFrog ha già messo, comunque, le mani avanti raffreddando la competizione fra il suo modello gratuito e quello a pagamento di Apple. "Non ci proponiamo come diretti competitor di iTunes. Si tratta di una cosa completamente diversa; al massimo saremo complementari", ha sottolineato Hobson.