Perché siamo in ritardo rispetto alla UE?
Uno scenario finanziariamente in salute insomma. Il tutto però con un numero di navigatori online italiani complessivi simile a quello della Francia, ma con la metà degli acquirenti. Le motivazioni sono molte e prettamente deduttive: siamo in ritardo nell'adozione della banda larga, i costi e le prestazioni della logistica sono ancora troppo alti, gli italiani diffidano pesantemente della dimensione online. Secondo Perego, inoltre, peserebbe non poco la carenza di offerta online in Italia in molti settori, soprattutto abbigliamento, arredamento, alimentari, etc.
"Un confronto con l’estero evidenzia chiaramente che in tutti gli altri paesi nel paniere dell’e-Commerce i prodotti fisici pesano per oltre il 50% - con l’abbigliamento, i prodotti per la casa e i grocery ciascuno nell’intorno del 10%. In Italia queste categorie merceologiche pesano in tutto meno del 5%", ha sottolineato il Responsabile Scientifico dell'Osservatorio.
"In Italia quindi manca l’offerta di alcune merceologie di prodotto. Lo dimostra anche il fatto che tra i top 20, 18 aziende vendono servizi e solo 2 merci. Sono poi i soliti noti a rappresentare una quota significativa del mercato con pochi nuovi ingressi autorevoli. La grande distribuzione, nonostante qualche caso isolato nell’informatica ed elettronica di consumo e nell’arredamento, continua ad essere poco presente. Per sostenere una crescita più marcata occorrerebbero più spalle e soprattutto spalle larghe (si legga grande distribuzione). Questo quadro evidenzia, a occhi attenti, una grande opportunità di sviluppo dell’e-Commerce in Italia, ancora in buona parte da cogliere".