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Sand Land, i veri demoni siamo noi | Recensione

La nostra recensione di Sand Land, videogioco ispirato all'omonimo manga di Akira Toriyama e in uscita il 26 aprile su PS5, PS4, Xbox Series X|S e PC.

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a cura di Giulia Serena

Editor

L'acqua, anche se spesso lo diamo per scontato, è uno dei beni più preziosi che abbiamo. Cosa succederebbe, però, se il nostro paese ne fosse quasi completamente privato, diventando una piana sterile e desertica dove l'oro liquido viene monopolizzato da pochi potenti, lasciando il resto della popolazione praticamente in carestia? A chiederselo è stato Akira Toriyama, il quale, nell'ormai lontano 2000, ha dato vita a Sand Land.

Pubblicato settimanalmente per 14 capitoli sul Weekly Shōnen Jump e poi raccolto in un unico volume tankōbon, Sand Land è passato in sordina rispetto al ben più noto - e duraturo - Dragon Ball, ma ora anche quest'opera minore di Toriyama sta sperimentando una seconda nascita, ottenendo finalmente il riconoscimento che merita. 

Il progetto per la sua rinascita è composto da non solo una ristampa del manga ormai divenuto introvabile, ma anche dall'uscita di una serie animata (di cui potete trovare la prima parte su Disney+) e di un videogioco sviluppato da Bandai Namco. Ovviamente, oggi siamo qui per parlare di quest'ultimo, che uscirà il 26 aprile su PS5, PS4, Xbox Series X|S e PC

Un futuro tanto fantasioso quanto reale

Ma di cosa parla effettivamente Sand Land? Come intuibile dal titolo, ci troviamo nella landa desertica di cui vi parlavo poc'anzi, dove, dopo anni di disastri naturali e conflitti, nel territorio rimane solo una porzione limitata di acqua; ogni singolo fiume o lago è, infatti, completamente prosciugato, e il Re ha deciso di approfittarsi della situazione, rendendo il bene sempre più caro per i suoi cittadini, tanto da costringerli a delinquere per guadagnarne abbastanza per vivere. Qui entra in gioco lo sceriffo Rao che, stanco della situazione, si reca dal più improbabile degli alleati: i demoni. 

Com'è logico che sia, i demoni sono creature temute dagli esseri umani, ma sono anche molto più forti, motivo per cui Rao si appella a loro e inizia un viaggio con nientemeno che il principe dei demoni, Beelzebub, e il suo saggio aiutante Thief. Egli scoprirà ben presto che non solo non sono poi così perfidi, ma ne diventerà persino amico, imbarcandosi in un viaggio che finirà col cambiare tutta la nazione.

Non vi faccio ulteriori spoiler riguardo la trama nel caso in cui non abbiate letto il manga, ma vi basti sapere che quella del videogioco la ricalca essenzialmente pari passo. Vi sono, però, alcune fondamentali aggiunte: un nuovo personaggio, Ann, una ragazza che i protagonisti salvano da una base reale e che svolgerà il ruolo di meccanico per i loro veicoli; la città di Spino, che fungerà non solo da base per la squadra, ma che avrete modo di espandere aprendo nuovi negozi; e, infine, l'elemento più inaspettato del gioco è un'intera nuova parte di narrazione.

Forest Land, l'altra faccia della medaglia

Questa seconda parte di storia, la quale inizia immediatamente dopo la conclusione canonica, è stata scritta da Toriyama appositamente per il gioco - e verrà anche trasposta nella seconda parte dell'anime -. Senza rivelarvi troppo, dopo l'esercito di Sand Land vi ritroverete ad affrontare anche quello di Forest Land, la nazione contigua che, approfittando della debolezza del re, decide di tentare di appropriarsi dell'Aquanium, una sostanza potentissima con una pericolosità paragonabile a quella della bomba atomica. 

Starà nuovamente a Beelzebub e alla sua squadra fermare i malintenzionati, recandosi, dunque, nella terra decisamente più rigogliosa di Forest Land. Sebbene sia chiaro l'intento di aggiungere una nuova parte di storia per non far terminare la quest principale dopo poche ore (d'altronde, stiamo parlando di un gioco open world basato su un manga di poco più di 200 pagine), questa non raggiunge il livello di qualità del materiale originale, rivelandosi meno ispirata e, a tratti, forzata. 

Sarebbe forse stato più saggio iniziare a menzionare questi nuovi elementi già nella trama "normale" invece che introdurli improvvisamente solo al termine. Il risultato è una narrazione che appare snaturata, con  alcuni colpi di scena poco logici e delle missioni qualitativamente inferiori rispetto alle prime. 

Se da una parte, dunque, è comprensibile che ci sia stata la necessità di allungare la storia di Sand Land per ottenere un gioco di una lunghezza accettabile, dall'altra forse sarebbe stato meglio pensare di proporre un New Game+ focalizzandosi sull'espansione di Spino e, di conseguenza, allungando alcune delle tante quest secondarie, rendendole più strutturate. 

L'open world di Sand Land

Nel corso dell'avventura vi imbatterete, infatti, in numerosi NPC che vi faranno delle richieste, facendo partire missioni secondarie che possono essere o fini a sé stesse o utili per espandere Spino. A prescindere dalla tipologia si tratta di incarichi per lo più risolvibili in pochi minuti che riguardano raccogliere materiali, salvare e/o parlare con altri NPC specifici e uccidere creature; al termine di alcuni di questi, il personaggio che vi ha dato l'incarico potrà decidere di trasferirsi a Spino, aprendo una propria attività. 

Da una parte, quindi, contribuirete alla rinascita della decadente cittadina, mentre dall'altra avrete a disposizione sempre più servizi, tra cui un'officina, un negozio di vernici e persino un negozio di mobili grazie al quale arredare la stanza personale di Beelzebub. Questa meccanica, che ricorda un po' quella di Animal Crossing, è una delle più riuscite di Sand Land, dando un incentivo per svolgere le missioni secondarie che, altrimenti, sarebbero ben poco alettanti. 

Una delle mancanze del gioco è proprio la carenza di attività strutturate presenti nell'open world: oltre alle appena citate missioni secondarie, nel vasto mondo deserto troverete altri punti di interesse. Tra questi vi sono grotte composte da una singola "stanza" - spesso vuota, tra l'altro -, mini boss, piccole rovine da esplorare, brevi gare da svolgere in moto e le "taglie", ovvero altre missioni ripetibili ottime per il farming. Sebbene possano sembrare tante attività, parliamo in realtà per la maggior parte di compiti liquidabili in pochi secondi o al massimo minuti e che ben presto cadono nella ripetitività, come spesso accade nei giochi del genere. 

Per orientarvi tra tutto ciò avrete a disposizione una mappa che, purtroppo, pecca di leggibilità, non essendo praticamente dotata di strade principali da seguire e dove può risultare difficile capire se una certa zona sia accessibile o meno senza recarvisi per scoprirlo direttamente. Fortunatamente, però, avrete a disposizione il viaggio rapido verso qualsiasi città o punto di ristoro, non costringendovi a muovervi manualmente da una parte all'altra del deserto. Ciò non solo rappresenta un risparmio di tempo notevole, ma vi consente anche di non sentire continuamente i dialoghi tra i protagonisti, i quali si ripetono le stessse battute all'infinito, diventando inevitabilmente monotoni dopo qualche ora di gioco.

Mille modi per muoversi e combattere

E, a proposito di muoversi, uno degli elementi fulcro di Sand Land sono proprio i veicoli: mentre nel manga i nostri protagonisti si muovono unicamente a bordo di un carro armato, nel videogioco avrete a disposizione mezzi di vario tipo, che dovrete sbloccare e craftare nel corso dell'avventura e che potrete evocare in qualsiasi momento tramite delle capsule (un chiaro richiamo a quelle utilizzate da Bulma in Dragon Ball).  Ovviamente non manca proprio l'originale carro armato, ma vi torneranno utili, tra gli altri, anche un robot capace di saltare, una moto per sfrecciare più velocemente tra le dune e un hovecar per navigare sull'acqua di Forest Land. 

Tutti i veicoli saranno fabbricabili presso l'officina meccanica di Ann - a patto di avere nell'inventario i materiali e denaro richiesti -. Potrete poi personalizzarli a vostro piacimento, cambiandone i vari componenti o aumentandone il livello per renderli più performanti e resistenti; infine, avrete anche modo di verniciarli nei colori che più vi aggradano, dando vita a un garage variegato e capace di accedere a qualsiasi luogo della mappa (o quasi). 

Oltre che per spostarvi, i veicoli, e in particolar modo il carro armato, vi serviranno anche per la maggior parte dei combattimenti. Dovrete, infatti, sfruttare mitra e colpi di canna per abbattere i vari nemici che cercheranno di fermarvi, tra cui l'esercito reale, i junkers e le creature di Sand Land come raptor, pterodontili, pantere e scorpioni. 

In altri casi, invece, saranno i cari e vecchi pugni di Beelzebub ad avere la meglio, permettendovi di affrontare direttamente i nemici e di sfruttare le sue abilità demoniache. Infine, anche Rao e Thief vi daranno una mano grazie alle loro abilità passive e attive sbloccabili, così come quelle del principe dei demoni, tramite i classici alberi delle abilità. 

Come bere un bicchier d'acqua

A prescindere che si tratti di scontri tra veicoli o a piedi non aspettatevi grosse difficoltà: l'intelligenza artificiale dei nemici in Sand Land non brilla, tanto che è possibile evitare la maggior parte degli scontri anche passando affianco agli avversari, mentre anche nei combattimenti diretti tra Beelzebub e gli esseri umani è estremamente facile evitare i colpi. 

In ogni caso, non si può dire che al gameplay di Sand Land manchi la varietà, dato che oltre ai movimenti nei veicoli e i combattimenti a piedi sono presenti anche delle sezioni stealth, durante le quali, sempre nei panni di Beelzebub, dovrete infiltrarvi nelle basi militari per un certo scopo. Ovviamente il vostro obiettivo sarà quello di non farvi beccare dai nemici, stando attenti agli indicatori posti sopra la loro testa e, quando possibile, mettendoli al tappeto dalle spalle.

Così come per i combattimenti, anche le sezioni stealth possono essere superate per lo più con facilità, spesso addirittura passando a poca distanza dai nemici senza che questi se ne accorgano. Insomma, in linea generale non si tratta di un gioco che vi darà del filo da torcere, ma anzi, potrebbe essere adatto anche per i più piccoli. 

In conclusione, vale la pena spendere qualche parola sul lato tecnico del titolo: mentre lo stile grafico ricalca, ovviamente, quello tipico di Toriyama, si poteva fare di più a livello di pulizia, con alcune texture, soprattutto ravvicinate, che presentano effetti pixellati. Inoltre, per quanto il gioco sia generalmente fluido e con un frame rate stabile, i nemici visualizzati in lontananza mentre si percorre la mappa soffrono di un evidente calo di frame. Va chiarito, comunque, che non si tratta di nulla che rovini l'esperienza di gioco complessiva, la quale risulta piacevole e in linea con l'opera originale. 

Voto Recensione di Sand Land


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Utilizzo di diversi veicoli durante l'avventura

  • Meccanica di ricostruzione della città di Spino

  • Gameplay variegato

Contro

  • Open world con attività molto brevi e per lo più poco interessanti

  • Sistema di combattimento, sia a piedi che nei veicoli, fin troppo semplicistico

  • Narrazione allungata e meno ispirata rispetto all'originale

Commento

Il videogioco di Sand Land rappresentava un sogno per tutti coloro che hanno letto e amato il manga di Akira Toriyama e, per quanto ne incapsuli perfettamente l'anima, lo fa con qualche difetto. Ci troviamo, infatti, dinanzi a un titolo che soffre della sua stessa natura open-world, presentando non solo per lo più attività ripetitive e brevi, ma anche una trama allungata in modo meno ispirato rispetto a quella originale - per quanto sia frutto della mente dello stesso Toriyama -. Nonostante vi siano elementi interessanti e godibili come l'evoluzione della città di Spino e un gameplay variegato, vi sono anche diversi difetti che lo rendono un gioco fin troppo semplice e superficiale; se avete letto il manga e conoscete la storia, dunque, rivivere l'avventura di Beelzebub e dello sceriffo Rao vi riporterà sicuramente alla mente i bei momenti in cui avete scoperto per la prima volta le vicende di questa landa desolata, ma potrebbe lasciarvi l'amaro in bocca, mantenendo il desiderio di vedere un gioco ancor più strutturato e completo.