Freud's Bones: intervista a Axel Fox, sviluppatrice dell'indie tutto italiano

Game Division ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Axel Fox, sviluppatrice dell'indie tutto italiano Freud’s Bones!

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a cura di Michele Pintaudi

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Il panorama dell’indie gaming italiano sta vivendo uno dei periodi più floridi e interessanti della sua storia: negli ultimi anni, abbiamo infatti potuto spesso e volentieri toccare con mano un numero davvero impressionante di progetti di altissima qualità. La capacità di raggiungere determinati standard e di dar vita alle proprie idee, anche e soprattutto facendo fronte a budget e risorse non particolarmente elevati, è un aspetto quantomai lodevole e molte figure all’interno di questo scenario ne hanno fatto un vero e proprio tratto distintivo. Oggi vi vogliamo parlare di Freud’s Bones, titolo tutto italiano che vuole celebrare il padre della psicanalisi Sigmund Freud.

Un’opera dal grande valore, che intende scavare nella psiche umana in un modo che poche volte abbiamo potuto osservare all’interno di un videogioco. E chi meglio di una psicologa poteva curare il progetto, costruendo con la minuzia necessaria tutti quelli aspetti che vanno a definire la complessità del cervello umano? Già perché Freud’s Bones porta, e qui possiamo dirlo con vero orgoglio, la firma di un’autrice tutta italiana: la laureata in psicologia Fortuna Imperatore, in arte Axel Fox.

Noi di Game Division abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con quella che è, con tutta probabilità, una delle figure più interessanti del precitato scenario dell’indie gaming italiano. Ne è venuto fuori uno spaccato di ciò che significa oggi lavorare a un videogioco, potendo contare perlopiù su sé stessi e su un grande quantitativo di ottime idee. Ecco dunque la nostra intervista a Axel Fox, la mente dietro Freud’s Bones.

‌Parlaci un po' di te: chi sei, cosa fai nella vita e da dove viene il tuo interesse per Sigmund Freud?

Mi chiamo Fortuna Imperatore – Axel Fox – e sono laureata in Psicologia con un Master in Filosofia. Lavoro in un’impresa di pulizie da quando avevo 21 anni per pagarmi gli studi ed essere indipendente. Freud è stato un faro nella mia esistenza, assimilare il suo punto di vista sull'essere umano mi ha fornito una sterminata serie di strumenti per comprendere me stessa e il prossimo.

‌Come nasce l'idea di trasporre il tutto in un videogioco?

Due anni fa ho maturato il desiderio di creare un videogioco e ho iniziato a studiare su internet tutto ciò che riguardasse game design, concept art e sviluppo. Ero animata da una voce interiore (come quella di Freud) che mi spingeva oltre i miei limiti e volevo creare un prodotto unico, in grado di accendere curiosità e arricchire culturalmente.

A che punto sono i lavori e quali sono gli obiettivi della campagna Kickstarter?

Ho terminato la build e l’obiettivo della campagna Kickstarter è di riuscire ad arrivare ad un pubblico sempre più vasto e racimolare la somma necessaria ad ampliare il gioco in ambito grafico, nelle animazioni e nella durata.

‌Si tratta di un progetto completamente autoprodotto? Quali sono stati i momenti più difficili che hai incontrato nella fase di sviluppo?

Si, è totalmente auto prodotto. Creare un videogioco da soli è una vera katabasi - una discesa negli inferi - perché si è senza mappa, al buio e con risorse limitatissime. Ho trascorso mesi nel totale avvilimento, non riuscivo a trovare una meccanica adeguata per la seduta terapeutica e volevo rendere una materia complessa come la Psicoanalisi alla portata di un utente curioso e non necessariamente competente.

Quali sono i titoli che più ti hanno influenzata nel concepire Freud's Bones?

Onestamente nessuno. Tendo a giocare da sempre a videogiochi di calibro del tutto diverso dal mio Freud’s Bones: i titoli che mi hanno folgorata vanno da The Last of Us a Far Cry 5, passando per Life is Strange o Heavy Rain. Insomma, titoli tripla A ai quali non posso accostarmi nemmeno col pensiero. La meccanica del classico punta e clicca l’ho sovvertita in quanto mi è servita solo in parte poiché non c’è il classico meccanismo di interazione con gli oggetti (che non si collezionano o assemblano per uno scopo pratico).

‌Dal tuo punto di vista da psicologa, quale sarebbe a tuo parere il personaggio dei videogiochi più interessante da analizzare?

Al momento non posso che rispondere Ellie di The Last of Us data la mia recente esperienza. Nonostante in lei siano evidenti gli effetti dello stress post-traumatico, è una donna poliedrica e nient’affatto stereotipata. Inoltre mi piacerebbe analizzare la figura di Joseph (il “Padre”) In Far Cry 5: un profeta o un invasato, ma pur sempre un’anima inquieta da cercatore.

Che consiglio vuoi dare a chi si affaccia per la prima volta al tuo gioco? Magari una particolare lettura o un approccio ben preciso?

Direi che una lettura veloce della pagina Wikipedia di Freud potrebbe aiutare a contestualizzare in maniera più immediata il gioco. I testi freudiani sono complessi e molto articolati, ma una lettura estremamente interessante e originale potrebbe essere “Le lacrime di Nietzsche” di Yalom, adatto persino alla spiaggia di questi tempi!

‌Chiudiamo con uno sguardo al futuro: Freud's Bones presenta un concept davvero molto interessante, come valuti la possibilità di dar vita ad altri progetti del genere?

Nella mia mente albergano migliaia di storie su personaggi etichettati come “voci fuori dal coro”, spero solo di poter dedicare l’anima a progetti simili, nella speranza di riuscire a creare prodotti artistici e culturali che riescano ad avere un impatto sulle persone.

Axel Fox è dunque un’autrice davvero molto interessante, e noi di Game Division non possiamo fare altro che augurarle di ottenere il meglio possibile dalla campagna crowdfunding di Freud’s Bones,  partita da poco su Kickstarter. Vi invitiamo dunque a visitare la pagina dedicata dove seguire il progetto con il relativo sviluppo e a tenervi aggiornati seguendo la pagina Facebook ufficiale del gioco. La parola passa ora a voi: eravate a conoscenza di Freud’s Bones? Cosa vi aspettate da questo promettente indie tutto italiano?

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