Gli scienziati dell'Università di Tokyo hanno realizzato un importante progresso nel campo della robotica, sviluppando un modo per applicare pelle viva sui volti dei robot. Questa innovazione permette ai robot di sorridere e fare altre espressioni facciali in modo più realistico, grazie all'imitazione delle strutture dei tessuti umani.
Il prototipo, sebbene possa sembrare meno realistico di un viso umano, apre le porte alla creazione di umanoidi artificiali estremamente convincenti, dotati di una pelle autorigenerante che non si strappa o si danneggia facilmente. La pelle artificiale, prodotta in laboratorio, è caratterizzata dalla sua morbidezza e dalla capacità di autoripararsi in caso di tagli.
Faces made of living skin make robots smile https://t.co/pCmp5vt1oJ
— BBC News (UK) (@BBCNews) June 25, 2024
Il processo per applicare la pelle al robot ha presentato non poche difficoltà. In passato, l'utilizzo di mini ganci come ancoraggi provocava danni alla pelle durante il movimento del robot. Per superare questo ostacolo, i ricercatori hanno adottato una soluzione ispirata all'evoluzione naturale. Nel corpo umano, la pelle è fissata alle strutture sottostanti tramite legamenti compatti di collagene ed elastina. Emulando questa struttura, hanno praticato svariate piccole forature sul robot, inserendo un gel a base di collagene che, applicando successivamente la pelle artificiale, si lega efficacemente al robot attraverso queste perforazioni.
Il professor Shoji Takeuchi, capo del gruppo di ricerca, ha spiegato: "Imitando le strutture dei legamenti della pelle umana e utilizzando perforazioni a forma di V sui materiali solidi, abbiamo scoperto un modo efficace per ancorare la pelle a strutture complesse. La flessibilità naturale della pelle e il metodo di adesione permettono alla pelle di muoversi insieme ai componenti meccanici del robot, senza strapparsi o distaccarsi."
Sebbene ci vorranno ancora molti anni di test prima che la tecnologia possa essere utilizzata comunemente, l'impresa promette notevoli applicazioni. Non solo potrebbe rivoluzionare il settore della robotica, ma anche fornire nuove prospettive nello studio dell'invecchiamento della pelle, nei cosmetici e nelle procedure chirurgiche, inclusa la chirurgia plastica.