Quando navigate sui siti che frequentate abitualmente siete sempre sicuri al 100% che non siano stati compromessi e i vostri dati sottratti? Presto ve lo rivelerà Firefox, grazie a un accordo tra l'azienda che sviluppa il browser, Mozilla, e il famoso sito HaveIBeenPwned.com, che svolge appunto tale funzione, rivelando agli internauti se i siti che frequentano sono stati hackerati e i loro dati sottratti.
La grande differenza starà appunto nel fatto che non sarà più necessario recarsi sul sito per scoprirlo, ma sarà il browser stesso ad avvisarci dinamicamente nel momento in cui ci rechiamo su una determinata home page, come avviene già ora normalmente con gli avvisi per i siti ritenuti non sicuri o infettati da virus.
Lo sviluppatore di Mozilla Nihanth Subramanya ha scritto nel suo repository su GitHub che utilizzerà questo add-on per prototipizzare una caratteristica delle prossime versioni del browser. In una prima fase infatti Firefox si limiterà a sfruttare il database di HaveIBeenPwned.com, producendo un avviso generico qualora il sito visitato sia stato vittima di un attacco hacker, ma in futuro l'integrazione sarà molto più stretta e consentirà di sapere anche se i nostri dati sensibili siano tra quelli eventualmente sottratti.
Vista la situazione attuale non si tratta affatto di una funzione secondaria. Spesso infatti molte grandi aziende scelgono di non comunicare ai propri clienti di essere state vittime di attacchi hacker. Solo in questi giorni infatti è emerso che nel 2016 gli hacker hanno sottratto a Uber i dati di ben 73 milioni di utenti e che l'azienda ha preferito tacere e pagare 1000.000 dollari agli hacker per non diffondere i dati sul web. Ancora peggio ha fatto Yahoo, che solo lo scorso ottobre ha rivelato di essere stata hackerata addirittura nel 2013 e che i dati sottratti riguardavano 3 miliardi di account.
Non è ancora chiaro quando questa funzione sarà introdotta in una release finale di Firefox, ma si tratta indubbiamente di una buona notizia per gli utenti, meno per i siti, che troppo spesso scelgono di risparmiare sulla pelle - e sui dati - dei propri utenti, mantenendo segrete le proprie mancanze.