Rescissione ADSL libera, ma con sorpresa

I provider hanno istituito una "penale" per la buonuscita, ma il decreto Bersani…

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a cura di Dario D'Elia

Il decreto Bersani sulle liberalizzazioni affronta finalmente anche il problema delle rescissioni dei contratti ADSL. Insomma, grazie a questa normativa d'ora in poi sarà possibile cambiare fornitore a piacimento senza dover sottostare a scadenze contrattuali - ovviamente nel rispetto delle modalità di comunicazione prescritte dal contratto.

Il problema, però, è che secondo Altroconsumo i vari provider avrebbero istituito una sorta di "penale" per la buonuscita. In pratica, entro il primo anno di contratto la rescissione da Telecom Italia e Wind Infostrada costa 40 euro, mentre da Tele2 ben 60 euro. Dopo dodici mesi di contratto Telecom non chiede più nulla, mentre gli altri continuano ad applicare gli stessi balzelli. Tiscali rimane l'unica eccezione: non applica mai alcun tipo di penale.

ADUC e Altroconsumo sono convinte che si tratti di un abuso, in chiara violazione dello spirito della Bersani che punta a semplificare le operazioni di rescissione dei contratti per stimolare la libera competizione nel settore.

La normativa, infatti, non esclude un costo di disattivazione ma calcolato solo ed esclusivamente sui costi dell'intera operazione e nient'altro. Un "costo" che Domenico Murrone di ADUC ha valutato minimo. "È un'operazione semplice fatta direttamente dalle centrali senza inviare alcun tecnico a casa dell'utente. I costi aumenteranno per il cliente che recede dopo 11 mesi di contratto. Prima era costretto a pagare solo un canone mensile", ha spiegato Murrone.

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