Nintendo ha preso un abbaglio sui mod chip

Nessuno ancora può permettersi di definire i mod chip illegali; la prima udienza sulla questione sarà a giugno

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a cura di Dario D'Elia

Nintendo ha fatto un po' di terrorismo psicologico sulla storia dei mod chip. Secondo la società fiorentina PCBox, leader nella modifica delle console, la recente delibera del Tribunale di Milano non sarebbe altro che "un'ordinanza cautelare" – e non una sentenza d'appello come ha pubblicizzato Nintendo.

Insomma, il giudice avrebbe confermato l'esigenza di approfondire l'indagine. Magari quando vi sarà la prima udienza, prevista per il prossimo giugno…

Francesco Campa, amministratore di PCBox Srl, ha spiegato in dettaglio che "l'ordinanza emessa in sede cautelare e sommaria dal Tribunale di Milano tutto autorizza eccetto che a scrivere, come pure è stato fatto, che sarebbe stata posta la parola fine su questa vicenda".

"A prescindere da ciò, PCBox, certa di aver sempre operato nel meticoloso rispetto della normativa vigente, si batterà fino alla fine per vedere affermato il diritto di ogni consumatore a non subire imposizioni da parte di coloro che, blindando la tecnologia per asserite esigenze di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, sembra voler percorrere, in realtà, una strada ben diversa", ha aggiunto Campa.

"Nei prossimi giorni PCBox chiederà formalmente a Nintendo il rilascio di specifiche tecniche e/o di software per consentire alle varie piattaforme di leggere e far girare programmi autoprodotti (come gli homebrew), sviluppati da terzi indipendenti. Dalla risposta, è certo, i consumatori potranno comprendere molte cose e ci auguriamo che i media vorranno seguire con maggiore attenzione questa vicenda".

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