I CIO hanno sempre più responsabilità e nuove sfide da affrontare

Il report "Sfide e competenze per i dipartimenti e i team IT" del Gruppo Cegos evidenzia che i CIO devono affrontare molte sfide e sviluppare nuove competenze.

Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

Oggi i CIO (Chief Information Officer) devono affrontare numerose sfide legate a un mercato in rapida evoluzione e all'aumentare delle minacce di sicurezza; oltre a ciò, i profili IT esperti scarseggiano e la "guerra dei talenti" sta diventando sempre più aspra.

Rispetto al passato, i CIO hanno molte più responsabilità e devono possedere non solo skill tecniche, ma anche competenze trasversali che gli permettono di supportare il business e i progetti aziendali.

Gruppo Cegos, uno dei principali player nel settore del Learning & Development, ha presentato i risultati del Barometer "Sfide e competenze per i dipartimenti e i team IT", uno studio internazionale che ha evidenziato qual è lo stato della funzione IT dei CIO, le principali preoccupazioni di queste figure e in che modo i direttori IT stanno lavorando per migliorare la gestione delle infrastrutture e dei progetti.

"Le direzioni IT sono cambiate profondamente negli ultimi vent'anni. Se prima erano responsabili principalmente degli strumenti di gestione del back-office, oggi sono al centro dell'azienda, poiché la tecnologia digitale permea l'intera organizzazione e la sua catena del valore" ha spiegato Emanuela Pignataro, Head of Business Transformation & Head of Execution di Cegos Italia. 

"Le competenze tecniche dei CIO sono ovviamente ancora richieste. Ma ora devono anche posizionarsi come partner aziendali, sostenendo trasformazioni rapide che sono cruciali per le prestazioni dell'organizzazione. Tutto ciò richiede che sviluppino ulteriormente le loro competenze trasversali, con l'obiettivo di lavorare a stretto contatto con gli altri dipartimenti. I direttori IT devono essere in grado di combinare un ruolo strategico con una posizione operativa, nell’ottica di fornire un supporto rapido e interfunzionale".

Un'istantanea dei direttori IT

L'indagine di Gruppo Cegos ha coinvolto 600 direttori e responsabili dei sistemi informativi in Francia, Germania e Italia. 

La maggioranza (78%) del campione è costituito da uomini, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 35 e i 49 anni, e il 54% di loro ricopre il ruolo di Direttore Sistemi Informativi o CIO, soprattutto nel settore dei servizi. 

Il 34% lavora in organizzazioni con meno di 500 dipendenti, il 43% in aziende con un numero di dipendenti compreso tra 500 e 1999 e il 23% in organizzazioni con più di 2.000 dipendenti. Il 31% gestisce un team di meno di 10 dipendenti, il 42% un team di 10-20 e il 27% un team di oltre 20.

I Direttori IT intervistati hanno un profilo esperto: in media, il 54% di loro ha più di 10 anni di anzianità in una posizione di gestione IS/IT. Guardando al dettaglio italiano, la situazione è differente: più della metà degli intervistati (53%) ha meno di 10 anni di seniority.

Il 49% delle figure coinvolte riferisce direttamente alla Direzione Generale della propria organizzazione, rapporto marcato soprattutto nell'industria (55%), meno nel settore dei servizi (44%). La maggior parte degli altri rispondenti riporta al Dipartimento Sistemi Informativi del Gruppo (28%) o a un Dipartimento Digitale (14%). 

I CIO devono combinare competenze tecniche e soft skill

Gli intervistati ritengono che tra le principali qualità di un CIO ci sono le competenze tecniche (48%), ma anche la capacità di avere una visione strategica (47%) e di innovare (39%), triade che appare obbligata visto i rapidi cambiamenti tecnologici in atto. Non manca poi anche la leadership (38%) per gestire progetti spesso complessi e trasversali.

La classifica risulta differente a seconda del Paese. In Italia è l'expertise tecnica a spiccare con il 56%, seguita da visione strategica al 52%, capacità di innovazione al 45% e leadership al 42%. 

In tutti e tre i Paesi, le competenze interfunzionali e comportamentali (capacità relazionali, di ascolto, persuasione, buon senso, lucidità), si attestano invece a un livello relativamente basso. 

Pexels
business

Le critiche dei dipendenti

I direttori IT devono affrontare anche delle critiche da parte dei dipendenti dell'azienda, i quali lamentano soprattutto la presenza di troppi vincoli operativi (38%), l'essere troppo concentrati sull'aspetto tecnico (37%) e l'incapacità di trasferire una materia complessa a chi non è esperto del loro ambito (32%). In Italia sono i vincoli operativi la critica principale, riportati dal 42% degli intervistati. 

I direttori IT sono insoddisfatti del loro ruolo

Gli intervistati affermano di aver trovato nel loro ruolo più di quanto si aspettassero, in particolare l'agire come consulenti per i manager (54%), l'accompagnare i progetti di cambiamento (47%), l'essere gli esperti tecnologici dell'azienda (46%) e il riuscire a far evolvere la propria organizzazione (46%). A questi si aggiungono anche l'essere al centro delle decisioni strategiche dell'azienda (43%) e assistere i team nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa (42%). 

Nonostante funzioni così diversificate, i CIO si ritengono per lo più insoddisfatti perché non sempre ciò che predomina nella loro funziona è ciò che li gratifica nel quotidiano: solo il 23% si dice soddisfatto di svolgere un ruolo di consulente per i manager, mentre la maggior parte di essi trova maggiore soddisfazione nel supportare i team. 

Le difficoltà dei CIO

I direttori IT incontrano non poche difficoltà nello svolgere le proprie mansioni: il 67% degli intervistati sottolinea la mancanza di competenze strategiche, specificando di sentirsi un ruolo più tecnico, mentre il 58% afferma di dover affrontare continui cambiamenti e riorganizzazioni e il 56% ha difficoltà di recruitment e retention per disporre delle adeguate risorse informatiche.

Il 42% dei CIO ritiene di non avere spazio di manovra, problema pronunciato soprattutto tra coloro che gestiscono piccoli team, e di avere difficoltà a cogliere e integrare i numerosi sviluppi tecnologici; inoltre, il 39% dei CIO intervistati afferma di non avere supporto da parte della direzione generale.

È importante sottolineare anche che il 33% degli IT Manager ha dichiarato di non disporre di informazioni sulla strategia della propria organizzazione; si tratta di una percentuale relativamente alta che solleva interrogativi sulla posizione e sulla capacità d’'azione di una funzione che oggi è al centro di sfide tecnologiche che hanno un forte impatto sulle performance dell'azienda. 

In Italia i CIO evidenziano minori difficoltà rispetto a Francia e Germania e ritengono di essere molto agili nelle loro attività, anche a fronte dei cambiamenti aziendali.

Il 47% dei manager IT affermano che stanno facendo affidamento su budget che sono rimasti stabili negli ultimi tre anni, e i risultati sono simili a prescindere delle dimensioni del team gestito. In Italia il 52% degli intervistati dichiara un budget in crescita.

Tenendo conto delle sfide e dei vincoli che si trovano ad affrontare, i CIO valutano positivamente le prestazioni della funzione IS/IT della loro organizzazione, assegnandoli un punteggio medio di 7,8 su 10.

Pixabay
business

Le sfide delle direzioni IT

Non è una novità che il livello di cybersecurity nelle aziende non sia sufficiente a contrastare le minacce informatiche, e infatti l'indagine di Gruppo Cegos evidenzia che i CIO mettono la sicurezza al primo posto tra le sfide IT dell'organizzazione. 

A seguire ci sono le problematiche relative all'attraction, allo sviluppo e alla retention dei talenti: i direttori IT faticano ad attirare le figure con le giuste competenze, a trattenerle all'interno dell'azienda e a garantirne lo sviluppo.

Infine, i CIO riportano sfide più tecniche, legate in particolare alla gestione del cloud e dei dati, alla digitalizzazione delle attività aziendali e allo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale. 

"Le Direzioni IT di oggi devono affrontare una serie di sfide. L'accelerazione della tecnologia, la democratizzazione dell'Intelligenza Artificiale e la cybersecurity impongono di rafforzare il loro duplice ruolo di esperti tecnici e strategici. All'interno delle loro organizzazioni, i dipartimenti IT svolgono anche un ruolo sempre più importante nei confronti dei manager e dei team operativi, che devono essere continuamente supportati nell'adozione di nuove soluzioni e strumenti" commenta Emanuele Castellani, Executive Board Member del Gruppo Cegos e CEO di Cegos Italia.

"La funzione IT, un tempo limitata a mero  supporto tecnico, è ora incentrata sul business, poiché le tecnologie sono al centro delle performance. Per fare tutto questo, i Direttori e i Manager IT devono anche affrontare una vera e propria competizione per la ricerca dei talenti, che sono essenziali per la funzione e l'organizzazione. In questa corsa alle competenze, la fase di recruiting è spesso complessa e la formazione dei team esistenti è fondamentale".

I direttori IT si dicono comunque abbastanza fiduciosi (48%) quando si parla di sicurezza informatica: i CIO sentono di essere meno impreparati nell'affrontare un attacco informatico e stanno ricevendo sempre più supporto sull'argomento.

Buono anche l'indice di fiducia delle in riferimento alla gestione del cloud (38%), già ben integrato nelle organizzazioni, e al sostegno alla digitalizzazione delle linee di business (33%) e alla gestione dei dati (31%). 

Al contrario, l'indice di fiducia si abbassa quando si tratta di aggiornare le competenze dei propri talenti (24%), trattenerli (16%) e, prima ancora, assumerli (10%). Le pressioni rimangono molto alte in alcune posizioni IT e molti professionisti IT sono ora più attratti da altri status lavorativi, come i freelance; per questo, le aspettative nei confronti dell'offerta aziendale sono sempre più alte.

Anche la questione della tecnologia digitale responsabile è una sfida con basso indice di fiducia (18%): la riduzione dell'impatto ambientale dell'IT è particolarmente complessa da gestire.

Come affrontare le sfide IT

Il 68% degli intervistati ritiene che per affrontare le sfide la priorità è assumere nuovi profili IT e il 66% intende formare i propri team per migliorarne le competenze nelle posizioni attuali.

Il 41% afferma di voler formare i propri team IT in modo che possano assumere nuovi incarichi (reskilling) oggi molto richiesti, come il data scientist o il cybersecurity manager, senza doversi preoccupare eccessivamente della caccia ai talenti.

Il 51% degli intervistati dichiara di esternalizzare parte delle proprie risorse IT; di questi, l'88% esternalizza meno della metà delle risorse IT. Le aziende vedono nell'outsourcing un modo molto utile per sopperire alla mancanza di conoscenze, ma riconoscono che il costo è molto elevato e che c'è il rischio di perdere controllo sulle competenze.

La formazione dei CIO e dei team IT

I CIO danno molta importanza allo sviluppo delle competenze non solo dei team IT ma anche di loro stessi. Dal report emerge che in Italia i leader IT sviluppano nuove conoscenze sia attraverso corsi di formazione (66%) che tramite la partecipazione a eventi professionali (62%) che gli consentono di tenersi aggiornati sulle ultime tendenze e sulle best practice; questi dati sono superiori di un buon margine rispetto alla media Europea (rispettivamente 58% e 57%).

Le aree di competenza in cima alle priorità di formazione sono l'intelligenza artificiale (90%, 93% in Italia), la cybersecurity (88%) e l'analisi dei dati (85%). Il 78% degli intervistati parla anche di responsabilità digitale, con pesi diversi a seconda del Paese: 79% in Francia, 72% in Germania e 84% in Italia. 

Il 66% dei CIO (68% in Italia) vuole inoltre formare i propri team sulla gestione dei progetti, soprattutto alla luce delle difficoltà che nascono da un contesto fortemente accelerato dai cambiamenti tecnologici. A seguire, altri argomenti di formazioni importanti sono la gestione dei team con il 62% (66% in Francia, 57% in Germania e 55% in Italia) e la negoziazione con il 58% (59% in Francia, 55% in Germania e 56% in Italia).

Pexels
business

Non manca un'attenzione verso lo sviluppo di skill trasversali e comportamentali, con creatività e innovazione ritenute fondamentali per il 75% delle board IT (81% in Francia, 69% in Germania e 75% in Italia). 

Il 70% dei CIO intervistati vuole formare i team anche su spirito di iniziativa e di imprenditorialità, tematiche legate, anche in questo caso, alla gestione dei progetti.

Il 68% delle Direzioni IT nomina anche l'"imparare a imparare" come un tema fondamentale per lo sviluppo delle competenze, aspettativa legata in particolare alla necessità di far evolvere profili tecnici a manager capaci di delegare le proprie conoscenze al gruppo.

Lo stato dei corsi di formazione

Il 76% dei CIO intervistati afferma che la propria organizzazione offre corsi di formazione dedicati ai team IT, percentuale che sale al 77% in Italia. Le aziende si avvalgono per lo più del supporto di organizzazioni esterne (60%) ma anche di percorsi progettati in azienda (58%), soprattutto nel caso di realtà enterprise. 

I responsabili IT si ritengono soddisfatti dell'offerta formativa e attribuiscono un punteggio di 8/10 ai corsi disponibili, ma ci sono comunque dei margini di miglioramento importanti: metà dei CIO vorrebbe che i corsi di formazioni offrissero una scelta più ampia di formati e approcci; il 46% desidererebbe una formazione più personalizzata; infine, il 41% vorrebbe approcci più interattivi. 

"In Cegos aiutiamo da decenni le funzioni IT a sviluppare le proprie competenze, su scala internazionale. Siamo convinti che la formazione sia il modo migliore per rispondere a una duplice esigenza: da un lato garantire che gli stessi CIO i e Manager IT potenzino le loro competenze - in particolare in termini di gestione e leadership -, dall’altro assicurare che i loro team sviluppino capacità di gestione dei progetti, soft skill, e che siano dotati delle competenze tecniche che consentano di integrare rapidamente gli sviluppi tecnologici" afferma Castellani.

"Sappiamo già che le risorse impiegate per la formazione iniziale non saranno sufficienti a dotare le organizzazioni di tutti i talenti e le competenze necessarie in ambito IT negli anni a venire. Lo sviluppo professionale continuo è, quindi, una leva importante da attivare per migliorare le performance IT delle organizzazioni e dei loro interi team".