Su Facebook arrivano i commenti fatti con l'IA, perché siamo troppo pigri per litigare con idee nostre

Presto su Facebook e Instagram si potranno lasciare commenti generati dall'IA. Il rischio è di ridurre ulteriormente le interazioni sociali "reali".

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a cura di Marco Silvestri

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La tecnologia ha fatto passi da gigante nell'ultimo decennio, trasformando radicalmente il modo in cui comunichiamo sui social media. Una delle ultime novità in questo campo è l'introduzione della funzione “Commenta con l'IA” su Facebook, il social di Meta. Questa funzionalità che al momento non risulta essere attiva per gli utenti Facebook italiani, sottolinea l'influenza sempre crescente dell'intelligenza artificiale (IA) nell'esperienza dei social media, proponendosi di scrivere commenti al posto degli utenti.

La funzione si palesa quando un utente si appresta a commentare un post, offrendo diverse tipologie di commenti generati dall'IA, quali: perspicace, ispiratore, sentito, casuale e supportivo. Meta ha implementato questa caratteristica con l'intenzione di semplificare la partecipazione dei suoi utenti alla vita sociale online, sostenuta probabilmente dal modello generativo Llama 2 di Meta, che mira a superare le capacità di ChatGPT in termini di generazione di testo.

La presenza dell'AI nei social media solleva interrogativi fondamentali sul futuro della comunicazione umana online.

Tuttavia, la questa nuova pratica non è esente da critiche. Alcuni utenti si sono trovati a disagio con i suggerimenti forniti dall'IA, ritenendoli inappropriati o distaccati dalla loro voce personale. Ciononostante, è da notare la possibilità di modificare i suggerimenti dell'IA prima di pubblicarli, consentendo una personalizzazione che possa riflettere più fedelmente lo stile e il sentimento dell'utente.

La facilità con cui l'AI può generare messaggi e commenti pone la questione di quanto sia genuina l'interazione tra gli utenti e fino a che punto si possa fidare di un messaggio sapendo che potrebbe essere stato generato da un'intelligenza artificiale. In effetti, la funzionalità “Commenta con l'IA” di Facebook illustra una tendenza emergente verso l'automazione della comunicazione sociale, con implicazioni profonde per il modo in cui percepiamo l'autenticità e la connessione personale nell'era digitale.

Vi immaginate un'intera discussione tra due persone che si rispondono a colpi di testo generato? Un po' triste, non trovate? Come è strano pensare a un complimento formulato dall'IA sotto a un post e agli eventuali risvolti che tale strumento potrebbe avere in contesti come campagne elettorali o utilizzo di bot per creare false interazioni positive e migliorare le prestazioni di un profilo social.

Nonostante le potenziali controversie, è innegabile che l'intelligenza artificiale possieda un potenziale significativo per migliorare il modo in cui interagiamo online. Da un lato, l'IA può offrire opzioni creative e diversificate che arricchiscono le nostre interazioni sui social media. Dall'altro, sorge la sfida di bilanciare l'efficienza e la convenienza dell'IA con il desiderio di mantenere una comunicazione autentica e significativa fra gli utenti.

Ora che Facebook e altre piattaforme social iniziano a esplorare l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per migliorare l'esperienza utente, sarà essenziale per gli utenti esercitare discrezione e personale giudizio nell'adottare queste tecnologie. La domanda da porsi è se la convenienza offerta dall'IA possa davvero sostituire il valore insostituibile delle connessioni umane autentiche e delle espressioni personali nel tessuto dei nostri rapporti social.